mercoledì 22 febbraio 2017

Politica e globalizzazione

Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro della globalizzazione.
I manufatti provenienti da Cina India e Nord’Africa costano meno, i commercianti ordinano la merce dalle aziende di quei paesi per poterle rivendere a prezzi più bassi. I politici, che parlano spesso delle aziende senza averci mai lavorato, sono molto preoccupati.
Fino a quando va in crisi qualche piccola azienda manifatturiera poco importa. E’ addirittura possibile trarne vantaggio esprimendo la propria solidarietà, e attribuendo all’avversario politico la responsabilità. Tutta ordinaria amministrazione politica. Il problema vero però è un altro; il calo della produzione e conseguentemente dell’occupazione ha fatto diminuire anche le tasse incassate dallo Stato, sono state emanate manovre correttive, gli stati che avevano i conti in ordine e un apparato efficiente ne hanno sofferto meno, quelli meno organizzati hanno pagato un prezzo più alto.
I provvedimenti restrittivi hanno fatto peggiorare il tenore di vita. L’ottimismo imperante, tipico del venditore incapace di produrre, è stato impietosamente smentito. E’ finita sotto accusa la cosiddetta intellighenzia, se così si può definire.
Ripensando a certe leggi approvate e allo stile di gestione della pubblica amministrazione che, non bisogna mai dimenticarlo, rappresenta la più grande azienda di ogni paese, il termine intellighenzia sembrerebbe inappropriato.
Così è la vita, ma occorre guardare avanti e magari sforzarci per prevenire nuove modelli inadeguati che prendono il posto o si aggiungono a quelli esistenti.
In politica, purtroppo anche la stupidità è una risorsa, può essere utilizzata per attirare consenso o abbassare il livello medio d’intelligenza del partito; consentendo a personaggi mediocri di diventare leader e a qualche opportunista di fare carriera. E’ risaputo che nel mondo dei ciechi è beato chi ha un occhio.  
Quante volte abbiamo sentito parlare di diminuire il costo della politica. I relatori più qualificati sono i politici in prima persona, il loro primo pensiero, da non ammettere pubblicamente, è quello di mandare a casa i propri avversari, poi magari anche qualche concorrente all’interno del proprio partito.
Nessun relatore ha mai detto che le aziende sono diminuite mentre i partiti aumentano sempre. E’ facile intuire che si dovrebbe andare nella direzione opposta.
Forse è il caso di nominare all’interno dei partiti il capo del personale che si ponga l’obiettivo di migliorarne l’efficienza. Non serve un manager visibile dovrebbe essere preparato magari proveniente dall’estero, da quei paesi in cui i partiti sono pochissimi e hanno tradizioni longeve.
Se avessimo un partito di destra e uno di sinistra, anziché avere tante destre e tante sinistre, non sarebbe nemmeno necessario approvare una nuova legge elettorale; i nostri parlamentari anziché dedicare la loro vita a tessere la tela di Penelope e disquisire fra Mattarellum, Porcellum e Italicum, potrebbero dedicarsi ad attività più utili.
Ma questo spaventa molti nostri politici, il capo del personale non va bene e non si parli di fusioni fra partiti. Finché si parla di Fiat / Crysler o di Intesa / Sanpaolo è un conto ma la politica non va globalizzata. E’ in gioco la democrazia, le regole devono consentire di esistere a tutti i partiti che nascono, fossero anche diecimila (cinquemila destre e cinquemila sinistre), ovviamente tutti costoro rimangono fermamente convinti di rappresentare l’intellighenzia.
Ho iniziato parafrasando il manifesto del partito comunista scritto verso la metà del 1800 da Marx ed Engels, termino con una frase scritta dal professore e filosofo marxista Aldo Zanardo nell’introduzione alla traduzione in italiana di un’altra opera degli stessi autori: La Sacra famiglia pubblicata in Italia nel 1972.
Il testo scritto da Marx ed Engels, prendendo come spunto le pubblicazioni che trovarono spazio in Germania nelle riviste dell’epoca (Allgemeine Literatur-Zeitung e Deutsch-Franzosiche Jarbucher), mise in risalto le contrapposizioni intellettuali filosofiche economiche e religiose esistenti fra alcuni filosofi facenti riferimento alla sinistra Hegeliana.
La frase scritta da Aldo Zanardo nell’introduzione dice così:
Da un lato è necessario rendersi conto che tutta la società esistente, inclusi i ceti colti, le classi apparentemente rivoluzionarie, le forze apparentemente “soggettive” forma una massa apatica, aspirituale, indolente, egoistica, incapace di sostenere un principio e di volere realmente.

Entrambe gli schieramenti però sostenevano le proprie ragioni ed ebbero ingloriose degenerazioni con il comunista Stalin e l’anticomunista Hitler.

https://www.ibs.it/libri/autori/Moreno%20Mancini


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