venerdì 29 settembre 2017

Rocket man

Il presidente Trump, ricordando una canzone cantata da Elton John nel 1972, ha definito il Kim Jong-un, guida suprema della Corea del nord Rocket man.

Di fatto Trump che ha più del doppio degli anni di Kim Jong-un intendeva dire: “Ei ragazzino piantala di giocare con i missili nucleari perché potresti farti male questo è un gioco per grandi e tu non lo sei abbastanza”.

Le scaramucce fra Trump e il presidente della Corea del Nord ci raccontano quanto sia sgradevole la gestione egoistica del potere.

Trump, in molte delle sue dichiarazioni, fa intendere che a lui dei poveri non gliene importa niente.

A poveri americani vuol togliere la possibilità di curarsi a spese dello stato, a quelli stranieri dice di rimanere i pezzenti che sono e promuove opportune misure protezionistiche volte a penalizzare le economie dei paesi in via di sviluppo.

Il suo motto è: “Prima gli americani”, anche se non lo dice apertamente, lui intende gli americani ricchi e bianchi. 

Nel suo viaggio in Europa ha voluto incontrare il papa che, nella sua tradizionale misericordia, dopo aver incontrato i carcerati di San Vittore non poteva negarsi a Trump e cercare di portarlo sulla retta via.

In Corea del Nord invece, una oligarchia di generali e industriali delle armi si arricchisce fregandosene della stragrande maggioranza della popolazione che vive in miseria.

Gli americani avranno l’opportunità di liberarsi di Trump già fra tre anni, sicuramente non lo avranno più dopo otto anni di presidenza. Per i nordcoreani invece, disfarsi del proprio capo di stato è un’impresa impensabile.

La presenza dei due personaggi induce gli estremisti di destra e sinistra a rispolverare gli slogan: “Sporco capitalista” e “Sporco comunista”.

I veri moderati invece si accontentano di condannare la politica contaminata da egoismo e stupidità a prescindere che giunga da destra o da sinistra.

In presenza di esempi così destabilizzanti molti opportunisti ai quali del bene comune non importa niente, utilizzano gli stratagemmi più impensabili per fare strada grazie alla politica, l’Italia non fa eccezione.

Alcuni di loro incappano in disavventure giudiziarie che, nella stragrande maggioranza dei casi, non comportano la detenzione.

A conti fatti per una persona che rinuncia consapevolmente alla propria onorabilità per interesse, la politica è un affare.

I partiti per contrastare questi fenomeni dovrebbero: dotarsi di efficienti sistemi di controllo, privilegiare la democrazia interna, preferire la collegialità al culto della personalità.


Se poi sul televideo oltre alla classifica del campionato di calcio apparissero anche le condanne inflitte ai politicanti con tanto di riepilogo per partito, gli italiani sarebbero informati della qualità dei partiti in modo esauriente e non di parte.

martedì 19 settembre 2017

Si riscaldano i motori

Negli anni che precedono le elezioni politiche, la fine dell’estate è anche il tempo in cui i contendenti riscaldano i motori per prepararsi alla competizione elettorale della prossima primavera.

Inizia la gara per attribuirsi i meriti o per svilire l’azione politica degli avversari.

Berlusconi continua a dire che l’unica destra possibile deve essere obbligatoriamente diretta da lui.

Matteo Renzi sta cavalcando gli sviluppi del caso CONSIP, in cui gli accusatori sembrano diventare accusati, non essendoci sentenze è autorizzato a sperare.

Il Movimento A Cinque Stelle, anche se manca l’ufficializzazione fornita dal blog, parla di Di Maio come futuro premier in pectore ma ha qualche grana di tipo legale per la sospensione delle regionarie siciliane. La presenza di un garante della legalità come Beppe Grillo non ha fermato i giudici del tribunale di Palermo. Grillo si è anche lamentato dei giornalisti di regime, che si permettono di sostituirlo alla guida dell’inquisizione politica attaccando lui e il suo movimento.

La lega Nord condannata a restituire il maltolto rischia di non avere denaro a sufficienza per finanziare la campagna elettorale.

Il principio non fa una grinza, la Lega Nord ha percepito rimborsi illeciti e li deve restituire. E’ come se una casa automobilistica vendesse una serie di automobili alle quali si rompe il motore dopo duemila chilometri, non è sufficiente licenziare il direttore tecnico, deve anche risarcire i clienti.
Almeno che non esista una norma che consente ai partiti, di essere sollevati da ogni responsabilità nel caso in cui i suoi massimi dirigenti, pur avendo avuto un comportamento fraudolento, sono stati rimossi dalle loro cariche.

Come stratagemma difensivo, essendo accantonato ogni progetto di secessione, è lecito cantare chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scordiamoci il passato….

In politica però bisogna presentarsi anche come persone encomiabili pertanto la strategia dei parlamentari leghisti è di disertare le aule parlamentari e recarsi nelle aree colpite tal terremoto.

Tutti uniti e compatti avranno imparato il repertorio a memoria:
1.    No all’immigrazione clandestina,
2.    Il governo non fa niente per voi,
3.    Angela Merkel dovrebbe prendere lezioni dagli attivisti della Lega Nord.

Il progetto è molto importante, è in gioco l’autonomia della Lega Nord, se non dovesse funzionare i parlamentari hanno due alternative: chiedere ad un altro partito di candidarli, abbandonare la politica e dedicarsi ad un’altra attività.





martedì 12 settembre 2017

Primarie mediatiche

Ancora una volta Matteo Salvini ha tuonato forte: “Noi alla guida o niente”.

Premesso che quel noi si traduce in io, per farsi un po’ di pubblicità va bene ma Forza Italia come sempre ristabilisce le distanze dicendo che servono le capacità di Berlusconi.

Cercando di fare un profilo di Salvini i risultati sono i seguenti:
quasi laureato in storia, 
scarsa conoscenza delle lingue estere,
curriculum dal quale non si evince una adeguata preparazione in campo economico, finanziario e giuridico, 
visto come il fumo negli occhi negli ambienti europei che contano.

Bisogna riconoscere che Salvini si è saputo distinguere per il saper parlare ma, anche se più giovane di trentasei anni, non ha la mentalità imprenditoriale di Berlusconi né la possibilità d’influenzare l’opinione pubblica tramite emittenti e giornali di proprietà e altre testate che fanno il suo gioco.

La domanda che si fanno in molti, e non soltanto per Salvini è: “Se dovesse lasciare la politica cos’altro potrebbe fare?

I vitalizi non ci sono più, e i politici che servono sono quelli che:
sanno prendere decisioni assennate,
sanno elaborare strategie efficaci nel medio/lungo periodo,
hanno una visione aperta e rispettosa delle problematiche anche complesse che riguardano l’intera comunità internazionale.

Quei poveretti che sono abili a parlare ma inadatti ad affrontare i compiti sopra descritti, cosa possono fare?

Difficilmente possono trovare un’attività altrettanto redditizia almeno che non si riciclino nella pubblica amministrazione peggiorandone l’efficienza.

I contribuenti sono giustamente arrabbiati di spendere parte delle tasse versate per avere in cambio dei bei discorsi.



lunedì 11 settembre 2017

La Ripresa c’è stata e speriamo che duri.


L’ISTAT ha rilevato dati occupazionali ai livelli del 2008 seppure con un forte calo delle ore lavorate. Sembrerebbe la riproposizione di un vecchio slogan: “Lavorare meno, lavorare tutti”. Considerando gli effetti della delocalizzazione di molte attività produttive e la conseguente chiusura di molti opifici sul territorio nazionale è un risultato veramente importante.  La defiscalizzazione per le nuove assunzioni sembra aver dato i frutti attesi, anche se fra gli occupati c’è un alto tasso di lavoratori precari. La scommessa di rinunciare a delle entrate avendo un debito come il nostro, una spesa pubblica non ben controllata e tanti bisogni non soddisfatti si può vincere soltanto creando il giusto equilibrio fra le attività che producono ricchezza e quelle che ne consumano; specialmente nella pubblica amministrazione.