martedì 12 settembre 2017

Primarie mediatiche

Ancora una volta Matteo Salvini ha tuonato forte: “Noi alla guida o niente”.

Premesso che quel noi si traduce in io, per farsi un po’ di pubblicità va bene ma Forza Italia come sempre ristabilisce le distanze dicendo che servono le capacità di Berlusconi.

Cercando di fare un profilo di Salvini i risultati sono i seguenti:
quasi laureato in storia, 
scarsa conoscenza delle lingue estere,
curriculum dal quale non si evince una adeguata preparazione in campo economico, finanziario e giuridico, 
visto come il fumo negli occhi negli ambienti europei che contano.

Bisogna riconoscere che Salvini si è saputo distinguere per il saper parlare ma, anche se più giovane di trentasei anni, non ha la mentalità imprenditoriale di Berlusconi né la possibilità d’influenzare l’opinione pubblica tramite emittenti e giornali di proprietà e altre testate che fanno il suo gioco.

La domanda che si fanno in molti, e non soltanto per Salvini è: “Se dovesse lasciare la politica cos’altro potrebbe fare?

I vitalizi non ci sono più, e i politici che servono sono quelli che:
sanno prendere decisioni assennate,
sanno elaborare strategie efficaci nel medio/lungo periodo,
hanno una visione aperta e rispettosa delle problematiche anche complesse che riguardano l’intera comunità internazionale.

Quei poveretti che sono abili a parlare ma inadatti ad affrontare i compiti sopra descritti, cosa possono fare?

Difficilmente possono trovare un’attività altrettanto redditizia almeno che non si riciclino nella pubblica amministrazione peggiorandone l’efficienza.

I contribuenti sono giustamente arrabbiati di spendere parte delle tasse versate per avere in cambio dei bei discorsi.



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