lunedì 22 ottobre 2018

MANINA CHE CORREGGE

Nel varare la manovra finanziaria è apparsa la manina che a detta degli addetti ai lavori ha modificato il testo approvato dal governo.
Non è il caso di stupirsi più di tanto, la manina ha cercato di mettere pace fra propaganda e fattibilità.
I due rami del partito populista italiano, per ottenere il consenso della popolazione, hanno fatto ricorso ad un’efficiente sistema di propaganda.
Essendo arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti è apparsa la manina che serve a perseguire obiettivi diversi da raggiungere senza troppo clamore.
Il motivo più sensato sarebbe quello di rendere credibile ricorrendo a scelte sostenibili fregandosene di chi è riuscito a far credere agli elettori di essere un genio, senza purtroppo esserlo.
E’ doveroso però considerare che il motivo potrebbe essere la competizione fra i due partiti che sostengono il governo che, se non possono competere per apparire i migliori devono gareggiare per ottenere l’ambito titolo di “Meno peggio”.
La Lega Nord ha invocato la pace fiscale per tutti specificando che non si tratta di un diritto di evadere il fisco nel frattempo ha ottenuto la rateazione del suo debito di 49 milioni di euro in ottant’anni.
Sarebbe interessante sapere quanto incasserebbe lo stato se vendesse il credito nei confronti della Lega ad una banca.
Quando a vendere i crediti, sono i fornitori della pubblica amministrazione tipo le grandi aziende farmaceutiche ma anche le officine che fanno manutenzione alle automobili della polizia (operazione necessaria perché è  raro che la pubblica amministrazione paghi i debiti alla scadenza) le banche pagano il 95%.
Non è il caso di calcolare quanto una banca potrebbe pagare il credito che lo Stato ha nei confronti della Lega Nord, ammesso che fra ottant’anni esista ancora.
M5S, sempre meno giustizialista nei confronti dell’alleato, a rimesso in scena Beppe Grillo, che nella consueta cornice scenografica e uno stile che ricorda la ex regina delle televendite Vanna Marchi, ha proclamato l’ultima delle sue idee genialoidi: ridefinire il ruolo del presidente della repubblica. 
Si tratta indubbiamente di un gesto generoso nei confronti di Virginia Raggi e Giuseppe Conte.
Il sindaco di Roma e il presidente del consiglio a differenza di Grillo conoscono il diritto, a loro però le sparate propagandistiche potrebbero costare la radiazione dall’albo degli avvocati in cui è richiesta una certa deontologia professionale.
Grillo invece non corre alcun rischio, non avendo l’autorevolezza del Presidente Mattarella potrebbe iscriversi all’albo dei matterelli.

http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/308581/diversamente-politici/

mercoledì 3 ottobre 2018

MANOVRA FINANZIARIA E REAZIONI IN EUROPA

Il varo della manovra finanziaria 2019 è ormai imminente.
Pur non trovando un apprezzabile riscontro fra imprenditori e personaggi autorevoli della comunità europea, l’ambizione del governo di mettere sul tavolo un provvedimento innovativo e volto ad aiutare i più deboli è apprezzabile.
L’amico Di Maio come di consueto ha declamato proclami e reprimende, la sua idea di aumentare il Pil diminuendo le ore di apertura dei centri commerciali sembra poco geniale, le associazioni imprenditoriali, consapevoli di dover convivere con il governo, non hanno commentato; i commessi che lavorano nei contri commerciali con un contratto a tempo determinato invece sono preoccupati.
I commenti provenienti dall’Europa hanno consentito agli euroscettici di far sentire la loro voce.
Gli europeisti non ascoltano quelle voci e, nel panorama europeo cercano personaggi che ricordino i padri fondatori, augurandosi che chi non crede nell’Europa, se proprio vuole stare nel parlamento europeo, anziché parlare si dedichi alla pulizie dei pavimenti o altre attività utili. 
Non potendo far resuscitare i vari Churchill Adenauer e De Gasperi è legittimo sperare che i nuovi protagonisti siano non siano orbi o Orban, abbiano scopi più edificanti rispetto a quello di essere salvi o Salvini, e che scrivano le regole comuni con una penna autorevole, non con una misera “Le Pen”.
Le perplessità espresse da Junker e Moscovici sulla nostra manovra sono più che legittime, avendo una zona Euro in cui il debito pubblico rispetto al Pil viaggia intorno all’ottanta percento, il centotrenta percento dell’Italia non può passare inosservato.
Soltanto la Grecia ha una percentuale più alta ma essendo uno stato più piccolo e meno popoloso dell’Italia per gli stati più virtuosi è meno difficile aiutarlo. Dall’Italia, che giustamente si presenta come uno stato importante, membro del G7, è lecito aspettarsi la capacità di risolvere da sola i propri problemi.
Gli antieuropeisti non sono un gruppo omogeneo, quelli dei paesi forti come l’inglese Farage, se ne fregano dei paesi più problematici; quelli dei paesi problematici, soprattutto se incapaci di trovare soluzioni innovative per risolvere i problemi del paese, lamentano scarsa attenzione da parte delle istituzioni europee.
Lo spirito antieuropeista che li accomuna è un ottimo biglietto da visita per proporsi nella professione di politico.

E’ scontato che chi contribuisce fattivamente al bene comune dell’eurozona ritenga questi personaggi tanto utili, quanto lo può essere una tanica di benzina ad una squadra di pompieri che deve spegnere un incendio.