venerdì 28 dicembre 2018

L’ANNO DEL CAMBIAMENTO

L’anno del cambiamento è giunto al termine.
Ammettere di aver attratto gli elettori servendosi di promesse difficili da realizzare o dannose è la peggior prova per qualsiasi politico pertanto, forti del fatto che servirsi di pubblicità politica ingannevole per essere eletti non costituisce reato, conviene perseverare nel dire che le scelte sono innovative e vantaggiose.
L’amico Salvini un po’ bluffando un po’ barando, ha attribuito un generoso sette più alla manovra finanziaria.
Considerando il rischio di far scattare la procedura d’infrazione, sembrerebbe più appropriato un sei meno meno.
Per il momento non risulta esistere nessun vangelo apocrifo nel quale si sostiene che subito dopo essere nato Gesù non è emigrato oppure che Nerone aveva ragione a diffidare dei primi cristiani.
Quando ci sono poche frecce nella faretra ci si arrangia come si può, sperando che gli addetti ai lavori sappiano conciliare le parole con fatti e programmi sostenibili.
L’uccisione del fratello di un pentito avvenuta a Pesaro e del tifoso interista prima della partita Inter Napoli avvalora la tesi di chi sostiene che il ministero dell’interno dovrebbe chiamarsi ministero dell’esterno.
Il ministro taglia corto dicendo che chi ha sbagliato pagherà non è dato sapere se si tratta di un espediente per eliminare qualche dirigente nominato dai suoi predecessori rimpiazzandolo con uno di suo gradimento.
Si tratta di una prassi antica, più facile per chi lavora nel comparto dell’intrattenimento ma non impossibile per dipendenti di altri settori, compresi i furbetti del cartellino.
Speriamo che il nuovo anno non passi alla storia come l’anno delle giustificazioni o dei “Vaffa days” durante i quali è facile intuire chi saranno i destinatari.
Un maestoso vaffa è già arrivato da imprenditori e dipendenti delle piccole aziende di noleggio con conducente, a loro volta avversati dai taxisti che ne temono la concorrenza.
Anche i taxisti hanno le loro buone ragioni, ottenere la licenza non era facile e molti per ottenerla pagavano chi la rivendeva perché smetteva oppure chi aveva il potere di facilitarne l’emissione.

Ogni riferimento a politici non proprio galantuomini, è tutt’altro che casuale.

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