lunedì 4 dicembre 2017

Chi ha paura di Matteo Salvini?

In una delle sue ultime uscite, il segretario leghista ha affermato di far paura a tanti e, in particolar modo, a banche e finanza.
Vuoi per incompetenza vuoi per opportunità, l’amico Matteo si guarda bene dal parlare delle conseguenze: falliranno? Licenzieranno i dipendenti? Non restituiranno il denaro ai correntisti?
Le banche, oltre ai normali problemi che caratterizzano la loro attività imprenditoriale, dovranno temere anche Salvini.
Nel frattempo, ogni tanto, torna in auge il nome di Bossi, evocato sia dal segretario leghista che dall’ex cavaliere.
Quelli che quando il senatore diceva: “Ce l’ho duro” aggiungevano “Il comprendonio” non ne sono entusiasti.
Bossi è tutt’altro che duro di comprendonio, fu abile nell’utilizzare le sue sparate per attaccarsi al capezzolo dello Stato facendo una bella vita e aiutando i figli.
E’ stato attento a non rischiare troppo fu condannato per truffa rimediando una pena lieve e soprattutto non detentiva.
Seguendo gli aforismi di Trilussa essendo stato un senatore non è da annoverare fra i ladri, al massimo fra i cleptomani beneficiando anche della teoria dell’accanimento giudiziario.
Le trasmissioni come Pomeriggio Cinque o La Vita In Diretta non intervennero mai auspicando pene più severe.
Preferiscono mandare in onda: “Tutto Scazzi minuto per minuto” oppure “Tutto Ceste minuto per minuto”.
Appena il capezzolo si liberò Salvini fu abile nell’attaccarcisi e non è tipo da mollare.
Qualsiasi sparata è buona pur di rimanerci attaccato; dalle pensioni alla migrazione; durante le apparizioni pubbliche e le riprese televisive cura bene la scenografia, appare quasi sempre qualche militante che lo sponsorizza come premier.
Ad aver paura sono le persone di buon senso che si fanno domande sulle sue reali capacità.
Non si può dar loro torto considerando che, essendo per il momento sprovvisto di bacchetta magica, non è facile far andar bene le cose diminuendo il denaro che entra e aumentando quello che esce.

A far paura è la migrazione di personaggi incapaci e opportunisti verso la politica e soprattutto verso le posizioni di responsabilità.

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