venerdì 29 dicembre 2017

L’anno che verrà

Lo scioglimento delle camere alla fine dell’anno e la conseguente corsa verso nuove elezioni porta alla memoria la bella canzone del povero Lucio Dalla uscita nel 1979: “E senza grandi disturbi qualcuno sparirà saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età” Nei partiti per fortuna ci sono molti onesti servitori dello Stato intenti a creare un servizio alla collettività ma la presenza di furbi e cretini purtroppo perdura nel tempo, pertanto, a distanza di tanti anni quella canzone è ancora di grande attualità.
La grande frammentazione del nostro “sistema partitico” è un’opportunità per furbi e cretini; più sono i partiti, più sono le porte che consentono loro di insinuarsi nelle istituzioni dello Stato. Per riuscirci elaborano vere e proprie strategie di marketing, è risaputo che un abile pubblicista riesce anche a vendere un pettine ad un uomo calvo e magari a convincere il titolare di un’azienda di trasporti a sostituire tutti i vecchi autotreni con dei motocarri. Berlusconi che da giovane si è laureato con una tesi intitolata “Il contratto di pubblicità per inserzione” ha in seguito affinato la sua specializzazione di pubblicista nella loggia massonica P2 che, a prescindere da quanto rappresentò nella storia politica italiana, significa Propaganda 2. Anche i più incalliti oppositori devono riconoscere che pur non avendo raggiunto obiettivi apprezzabili come capo del governo è da annoverare fra i migliori pubblicisti politici di tutti i tempi.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni si prestano volentieri a raccattare per suo conto i voti di razzisti e nostalgici fascisti auspicando un grande ritorno del leader che consente loro di rimanere nella casta.
La crociata contro lo Ius soli, è stata una grande idea.
Negare la cittadinanza significa non consentire di votare, a una fascia di popolazione che vede i partiti di destra nello stesso modo in cui gli afroamericani vedono il Ku Klux Klan.
Il Grillo parlante invece, essendo sfuggito al pinocchio di Benigni che lo aveva eliminato con una martellata, e puntando sul fatto che non è facile appurare quale sia il tasso di furbizia e cretineria imperante nel movimento, ha bandito un concorso su chi è più bravo a dire che i vitalizi vanno eliminati.
Virginia Raggi che è avvocato, tace guardando l’albero di natale che non ha convinto troppo i romani sulla sua capacità di fare buoni affari seppure in assoluta onestà.
Non conviene dire che i diritti acquisiti anche in virtù di leggi scellerate votate dai furbi e cretini di allora, non si possono toccare.
La propaganda ha la precedenza su tutto.
Buona campagna elettorale.



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