La corte europea dei diritti
dell’uomo si è riunita per discutere il futuro politico di Berlusconi.
Il periodo che normalmente
trascorre fra la data dell’udienza e la sentenza è di circa un anno, pertanto
Berlusconi probabilmente non sarà il candidato premier.
Gli antieuropeisti non
possono gridare allo scandalo, rispetto agli altri paesi europei, in Italia si emettono
sentenze con forte ritardo.
Quella nei confronti di Carlo
Maria Maggi, condannato all’ergastolo per la strage di piazza della loggia,
arrivò dopo 41 anni; nel frattempo passò la sua “latitanza” a Venezia svolgendo
la professione di medico e non finì in prigione perché al sopraggiungere della
sentenza era anziano e ammalato.
Per sostenere
l’antieuropeismo conviene ricorrere alla sovranità monetaria, cercando di
spacciare per economista qualche personaggio compiacente che sostenga il gioco
dei poco competenti politici anti Euro.
Intanto l’agenzia europea del
farmaco, con grosso dispiacere per i milanesi, va ad Amsterdam.
Ai lavoratori dell’agenzia, basterà
attraversare il mare del Nord.
Milano non avrebbe sfigurato
e i lavoratori nei week end avrebbero potuto recarsi in Liguria trovando un
mare e un clima migliore.
Essendo dipendenti della
comunità europea, non avrebbero familiarizzato con le cattive abitudini della
nostra pubblica amministrazione; come pagare i trattamenti di fine rapporto oltre
un anno dopo la fine del servizio o ritardare enormemente il pagamento dei fornitori
in barba agli accordi formalizzati sulle gare per forniture.
Sono comportamenti di cui non
possiamo andar fieri, ma rappresentano tristemente la realtà.
Prendiamo atto e incoraggiamo
i responsabili a far meglio.
Gridiamo insieme “Forza
Italia”, proprio come si fa con la nazionale.
Al presidente della lega
calcio, il pareggio della nazionale con la Svezia è costato il posto, per
responsabili della pubblica amministrazione, un pareggio nei tempi di pagamento
sarebbe un risultato straordinario.
E i politici?
Sono troppo impegnati a dire
che gli avversari sono peggiori di loro, apparire nei talk show, interrompere l’avversario
quando dice qualcosa di scomodo e condizionare il pensiero dei sempre meno
elettori che si recano alle urne.
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