giovedì 2 novembre 2017

FUOCHI D'ARTIFICIO

Alla fine di quest’anno preelettorale certe notizie clamorose appaiono come fuochi d’artificio.
Ogni partito cerca di concentrare la visibilità sugli eventi che lo aiutano a raggiungere consenso o indebolire gli avversari.


Silvio Berlusconi è nuovamente indagato, il fascicolo pendente a suo carico chiuso nel 2011 è stato riaperto per l’acquisizione di nuovi elementi riguardanti l’indagine.
Fino a quando Silvio Berlusconi sarà in politica tutti gli iscritti, compresi quelli che militano nei partiti alleati, anche se insigniti di cariche importanti, appaiono come semplici impiegati.
Alcuni personaggi illustri, quali: Angelino Alfano ex segretario di partito e Gianfranco Fini ex Presidente della Camera, non contenti di essere considerati impiegati di partito se ne sono andati.
Nel partito ne rimangono tanti che, utilizzando toni pacati ma decisi, parlano di complotto preelettorale.
Non sapremo mai se difendono il leader o la possibilità di essere rieletti.
A dar manforte, una miriade di simpatizzanti inveisce sui social network, nei confronti di inquisitori e avversari, rievocando passioni d’antica memoria.

La nuova legge elettorale, necessaria per mettere d’accordo i parlamentari eletti su chi deve comandare, è stata approvata lasciando uno strascico pesante.
I favorevoli, per farla approvare, hanno ricorso ripetutamente alla fiducia.
Il Presidente del Senato Pietro Grasso, non ha gradito il merito né il metodo pertanto, dopo quattro anni di militanza, ha deciso di lasciare il PD.

Meno pacata la reazione di Angelo Parisi, che rivolgendosi a Ettore Rosato in un tweet ha scritto: ti bruceremo. In seguito, resosi conto di aver detto una stupidaggine, si è scusato.
La stupidità è un nervo scoperto della nostra politica, il Movimento a Cinque Stelle non ne è immune ma non gradisce che gli altri parlino male di loro e s’indignano, quasi come se loro non avessero mai parlato male di nessuno.


Forse per un vuoto normativo nessuna legge sancisce l’interdizione temporale o perpetua dai pubblici uffici per stupidità, in tal modo anche gli stupidi possono proporsi per occupare cariche pubbliche pagate dallo Stato.


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