L’attività parlamentare volta a far
nascere un nuovo governo si trascina lenta e poco promettente.
Il problema che più affligge i leader
è ammettere che non ci sono le condizioni per mantenere certe promesse
annunciate gran voce nel periodo preelettorale.
Altro problema è la leadership:
Salvini rappresenta la maggior coalizione, Di Maio il maggior partito; avremo
una conduzione Salvinese o Di Maionese?
Nella processione al quirinale il
centrodestra si è presentato compatto, l’impiegato Salvini candidato premier, schierato
in posizione centrale, ha recitato i punti scanditi dal presidente Berlusconi,
l’impiegata Meloni è stata presente.
In precedenza Berlusconi ha fatto
appello alla democrazia che, per lui significa avere il potere di far eleggere
chi gli pare: sostenitori fedeli, avvocati che lo difendono e chiunque altro benefici
della sua benevolenza.
I tempi in cui esistevano destra e sinistra
sono un ricordo lontano, si sono aggiunte prepotentemente la Siestra e la
Deistra e un dialogo proficuo fra le parti sembra molto improbabile.
Entrambe i candidati premier si sono
recati a Verona per Vinitaly ma non si sono parlati; avranno brindato e
declamato le loro poesie; data la presenza dell’alcool, per eventuali accordi,
è meglio attendere una nuova occasione.
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