La partita per il governo è iniziata
con qualche tiro mancino.
La coalizione di destra, individuando
in Berlusconi il suo rappresentante per trattare con il Presidente della
Repubblica la formazione del governo, ha fatto ingoiare a M5S quell’importante
fetta della propria propaganda elettorale rappresentata dall’antiberlusconismo.
Dopo il neologismo “Renzusconi” si fa largo un’ipotesi di “Grillusconi”.
Come se
non bastasse l’integerrimo Adriano Galliani, ex amministratore delegato del
Milan è stato eletto fra le file di Forza Italia in contrapposizione al meno
limpido Salvator Caiata, presidente del Potenza calcio approdato al parlamento
grazie a M5S.
L’impiegato Salvini, che Berlusconi prima
delle elezioni indicava come ministro degli interni (capo del capo dei
gendarmi), forte del risultato elettorale ormai parla da premier, si è
premurato di smontare il reddito di cittadinanza su cui è d’accordo a patto che
non diventi assistenzialismo permanente.
I due rami contrapposti del partito
populista italiano, praticamente hanno scoperto l’acqua calda, cassa
d’integrazione e mobilità esistono da prima che nascessero i
partiti di cui si sono serviti per entrare nel palazzo.
L’abrogazione della Legge Fornero
invece resiste, Lega Nord l’ha proposta, M5S in rigorosa osservanza ai principi
del populismo, è obbligato ad assentire.
Come reperire i fondi è un problema
dei burocrati, i politici di successo non sono economisti talentuosi devono
convincere gli elettori, possibilmente evitando di rifilare loro qualche grossa
fregatura.
A prescindere da quanto accadrà per
la formazione del governo i nostri populisti con i loro slogan pervasivi si
mettono in bella mostra.
M5S continua con la promozione ne
nomini tre e ne paghi due, evitando di dire quanto incide il costo dei
parlamentari sul totale della spesa pubblica.
La Lega si propone come il partito
dell’ordine e freno per gli immigrati irregolari; si dimentica sempre di
inveire contro chi li trasforma in loro schiavi mandandoli a lavorare nei campi
o rifornendoli di merce da vendere in nero davanti agli ospedali o altri luoghi
frequentati dalla gente.
Questi ”galantuomini” sono pur sempre
imprenditori, molti sono dotati di laurea (e spesso anche di pistola); sono
l’economia reale (esentasse) del paese, sanno farsi amare (o temere) dalla
popolazione che quando non ce la fa più sbotta dicendo: “E lo Stato che fa?”
Intanto la Pasqua è passata, qualcuno
ha mangiato insalata salvando la vita agli agnelli, altri hanno mangiato
agnello evitando di strappare alla luce del sole primaverile tante deliziose
piantine di lattuga.
Che dire, amiamo e rispettiamo tutti, sperando
che, anche chi deve decidere per noi, ci ami e ci rispetti.
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