lunedì 2 aprile 2018

PROGETTI POPULISTI

La partita per il governo è iniziata con qualche tiro mancino.
La coalizione di destra, individuando in Berlusconi il suo rappresentante per trattare con il Presidente della Repubblica la formazione del governo, ha fatto ingoiare a M5S quell’importante fetta della propria propaganda elettorale rappresentata dall’antiberlusconismo. 
Dopo il neologismo “Renzusconi” si fa largo un’ipotesi di “Grillusconi”. 
Come se non bastasse l’integerrimo Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan è stato eletto fra le file di Forza Italia in contrapposizione al meno limpido Salvator Caiata, presidente del Potenza calcio approdato al parlamento grazie a M5S.
L’impiegato Salvini, che Berlusconi prima delle elezioni indicava come ministro degli interni (capo del capo dei gendarmi), forte del risultato elettorale ormai parla da premier, si è premurato di smontare il reddito di cittadinanza su cui è d’accordo a patto che non diventi assistenzialismo permanente.
I due rami contrapposti del partito populista italiano, praticamente hanno scoperto l’acqua calda, cassa d’integrazione e mobilità esistono da prima che nascessero i partiti di cui si sono serviti per entrare nel palazzo.
L’abrogazione della Legge Fornero invece resiste, Lega Nord l’ha proposta, M5S in rigorosa osservanza ai principi del populismo, è obbligato ad assentire.
Come reperire i fondi è un problema dei burocrati, i politici di successo non sono economisti talentuosi devono convincere gli elettori, possibilmente evitando di rifilare loro qualche grossa fregatura.
A prescindere da quanto accadrà per la formazione del governo i nostri populisti con i loro slogan pervasivi si mettono in bella mostra.
M5S continua con la promozione ne nomini tre e ne paghi due, evitando di dire quanto incide il costo dei parlamentari sul totale della spesa pubblica.
La Lega si propone come il partito dell’ordine e freno per gli immigrati irregolari; si dimentica sempre di inveire contro chi li trasforma in loro schiavi mandandoli a lavorare nei campi o rifornendoli di merce da vendere in nero davanti agli ospedali o altri luoghi frequentati dalla gente.
Questi ”galantuomini” sono pur sempre imprenditori, molti sono dotati di laurea (e spesso anche di pistola); sono l’economia reale (esentasse) del paese, sanno farsi amare (o temere) dalla popolazione che quando non ce la fa più sbotta dicendo: “E lo Stato che fa?”
Intanto la Pasqua è passata, qualcuno ha mangiato insalata salvando la vita agli agnelli, altri hanno mangiato agnello evitando di strappare alla luce del sole primaverile tante deliziose piantine di lattuga.

Che dire, amiamo e rispettiamo tutti, sperando che, anche chi deve decidere per noi, ci ami e ci rispetti.

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