Il teatrino della politica ci ha
riservato un colpo di scena.
Il Presidente Mattarella, a cui la
costituzione impone di firmare i decreti di nomina per tutti i ministri assumendosene
la responsabilità, ha negato il proprio assenso a nominare il professor Savona
ministro dell’economia.
Il professor Giuseppe Conte, che
aveva accettato l’incarico di premier con riserva, ha rimesso il mandato nelle
mani del presidente.
Considerando che la sostenibilità
delle promesse rappresenta il tallone d’Achille della formazione giallo verde,
è legittimo pensare che, proporre il professor Savona, sia stato un escamotage
per mantenere il privilegio di dire senza assumersi l’onere di fare.
Luigi Di Maio ha tuonato contro
Mattarella, proponendo l’impeachment.
Quando tentò di prendere la laurea in
giurisprudenza probabilmente non ha passato l’esame di diritto costituzionale.
Se qualche università istituisse un
corso di laurea in giustizia mediatica, forse il nostro amico Luigi riuscirebbe
a laurearsi.
Qualche giornale tedesco ci ha
attaccato dandoci degli scrocconi aggressivi.
Avere sul nostro territorio diverse
formazioni malavitose che sono state abili ad infiltrare i loro accoliti nei
partiti politici non ci aiuta a mantenere alta la nostra reputazione.
Nessuna legge vieta di calcare la
mano fino a dire vere e proprie stupidaggini, certi giornalisti così come certi
politici le dicono regolarmente; ai giornali serve per aumentare tiratura e
investimenti pubblicitari ai politici per diventare famosi e continuare a
vivere di politica.
Chi mette insieme le due professioni
raddoppia la dose.
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