Salvini, esprimendo solidarietà ai
braccianti migranti coinvolti nei due incidenti in Puglia nei quali 16 persone
hanno perso la vita, ha detto che intende svuotare i ghetti.
Non ha parlato delle aziende che li
utilizzano.
Meglio non rischiare, potrebbe essere
uno di quei boss che presiedono la processione del santo alla festa del paese e
magari lo abbiamo visto in televisione intervistato da conduttori di linea
verde.
Non ha nemmeno chiesto loro perché
non sono rimasti nel loro paese, rischiava di sentirsi rispondere che il
caporalato in Africa è più feroce e violento di quello italiano e se qui almeno
ogni tanto qualche consiglio comunale viene sciolto per infiltrazioni
malavitose e a qualche delinquente sono sequestrati i beni, nel loro paese di
provenienza malaffare e governo sono un tutt’uno.
Qualcuno però i pomodori li dovrà pur
raccogliere, che sia un lavoro da proporre a quei ragazzi talentuosi definiti “cervelli
in fuga dall’Italia”?
Di Maio ha proposto di assumere più
ispettori, è una buona idea se costoro non si faranno corrompere in cambio di
qualche cassetta di oro rosso.
Pochi giorni prima il ministro
Fontana, sapendo che fra i sostenitori della Lega è molto diffuso l’odio
razziale, ha proposto la depenalizzazione della legge Mancino; la lega ne trae
due benefici, fidelizza i propri sostenitori e fa capire loro che pur dovendo
accettare la presenza di M5S per stare al governo, il DNA della Lega non
cambia.
Fedriga è intervenuto a dar manforte con
acute distinzioni fra gli emigrati italiani e quelli africani. Nella
descrizione ha rappresentato gli italiani sullo stile “Dagli Appennini alle
Ande” tratto dal libro cuore di De Amicis preferendolo a quello utilizzato da
Billy Wilder in “A qualcuno piace Caldo” o da Francis Ford Coppola nel
“Padrino”.
Senza questi accorgimenti la teoria
che gli immigrati africani sono delinquenti mentre quelli che lasciarono
l’Italia all’inizio del secolo scorso erano galantuomini non reggerebbe.
Anche Di Maio ha prodotto la propria dichiarazione
di supporto; sapendo che il popolo a cinque stelle non ama la TAV ha disquisito
intelligentemente affermando che in Italia la priorità sono i piccoli
spostamenti come quelli dei pendolari che devono recarsi al lavoro.
Non è conveniente dire che la TAV non
è a senso unico e che, essendo già oggi possibile partendo da Milano,
raggiungere Roma in due ore e Napoli in tre La Tav potrebbe costituire un
investimento strategico per incrementare il turismo in Italia e allo stesso
tempo agevolare chi volesse recarsi in Francia per trascorrere un week end a
Parigi o a Disneyland.
Nell’incontro fra Macron e Di Maio il
premier francese, che poco tempo fa paragonò il populismo alla lebbra, è
apparso conciliante col collega italiano, dicendogli che capisce i suoi dubbi .
Avendo le quotazioni in ribasso dopo
l’episodio della sua guardia del corpo che ha usato maniere violente nei
confronti di alcuni manifestanti, non poteva trattare il collega come un
sottosviluppato dicendogli che la SNCF, equivalente francese delle Ferrovie
dello Stato ha sviluppato l’alta velocità da decenni.
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