La svalutazione della lira turca è
sembrata un fulmine a ciel sereno ma gli esperti sanno bene che era soltanto questione
di tempo; chi ha visitato Istanbul avrà notato quanto i commercianti gradivano
pagamenti in Euro e magari nel resto cercavano di rifilare ai turisti lire
turche.
E’ una triste realtà della vita, le
banconote stampate in una comunità priva di un soddisfacente equilibrio
economico finanziario rischiano di essere considerate carta straccia.
Mettiamoci nei panni di un contadino
che vende i propri prodotti e acquista oggetti utili alla persona o alla sua
attività produttiva come un paio di scarpe o una zappa; se con quei pezzi di
carta non li può acquistare si tiene stretti i propri prodotti.
Sono queste riflessioni a creare
dubbi agli euroscettici stranieri quando siedono al tavolo con paesi
problematici, fra i quali purtroppo alcuni considerano anche l’Italia.
Il ministro dell’economia
(casualmente genero del presidente Erdogan) ha tuonato contro la speculazione
internazionale, sembrava di risentire Berlusconi negli ultimi giorni del suo
governo durante il quale lo spread toccò il record negativo.
Il ministro Di Maio, in una delle
consuete reprimende, ha detto che l’Italia non è ricattabile; non è chiaro se
ha in mente una precisa strategia economico/finanziaria o se è una semplice
presa di posizione a tutela del sindacato internazionale dei figli di papà,
volto a salvaguardare chi occupa posizioni importanti lasciando agli elettori
il dubbio che, senza appoggi faticherebbero a farsi assumere da un’azienda in
posizioni meno prestigiose.
I cattivi per eccellenza roteano
intorno alle lobby, centri di potere occulto che privilegiano interessi
particolari danneggiando il bene comune.
Costoro operano grazie alla compiacenza
di editori, imprenditori, politici e funzionari pubblici.
L’eccessiva frammentazione del nostro
sistema politico, che garantisce a chiunque sia messo alla porta da un partito
di rientrare dalla finestra fondandone un altro le favorisce.
Un bipartitismo sul modello inglese o
statunitense con un’alternanza fisiologica e un’azione di governo pur nell’alternanza
per l’ottanta percento fa le stesse cose, renderebbe loro la vita più difficile.
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