sabato 25 agosto 2018

SVALUTAZIONE E LOBBY

La svalutazione della lira turca è sembrata un fulmine a ciel sereno ma gli esperti sanno bene che era soltanto questione di tempo; chi ha visitato Istanbul avrà notato quanto i commercianti gradivano pagamenti in Euro e magari nel resto cercavano di rifilare ai turisti lire turche.
E’ una triste realtà della vita, le banconote stampate in una comunità priva di un soddisfacente equilibrio economico finanziario rischiano di essere considerate carta straccia.
Mettiamoci nei panni di un contadino che vende i propri prodotti e acquista oggetti utili alla persona o alla sua attività produttiva come un paio di scarpe o una zappa; se con quei pezzi di carta non li può acquistare si tiene stretti i propri prodotti.
Sono queste riflessioni a creare dubbi agli euroscettici stranieri quando siedono al tavolo con paesi problematici, fra i quali purtroppo alcuni considerano anche l’Italia.
Il ministro dell’economia (casualmente genero del presidente Erdogan) ha tuonato contro la speculazione internazionale, sembrava di risentire Berlusconi negli ultimi giorni del suo governo durante il quale lo spread toccò il record negativo.
Il ministro Di Maio, in una delle consuete reprimende, ha detto che l’Italia non è ricattabile; non è chiaro se ha in mente una precisa strategia economico/finanziaria o se è una semplice presa di posizione a tutela del sindacato internazionale dei figli di papà, volto a salvaguardare chi occupa posizioni importanti lasciando agli elettori il dubbio che, senza appoggi faticherebbero a farsi assumere da un’azienda in posizioni meno prestigiose.
I cattivi per eccellenza roteano intorno alle lobby, centri di potere occulto che privilegiano interessi particolari danneggiando il bene comune.
Costoro operano grazie alla compiacenza di editori, imprenditori, politici e funzionari pubblici.
L’eccessiva frammentazione del nostro sistema politico, che garantisce a chiunque sia messo alla porta da un partito di rientrare dalla finestra fondandone un altro le favorisce.

Un bipartitismo sul modello inglese o statunitense con un’alternanza fisiologica e un’azione di governo pur nell’alternanza per l’ottanta percento fa le stesse cose, renderebbe loro la vita più difficile.

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