domenica 5 agosto 2018

SERVIZIO PUBBLICO

Quella sui vertici della Rai è una partita molto più complessa rispetto a quanto possa apparire.
A prescindere dai nomi la questione è di natura strategica.
Volente o nolente la Rai detiene il più alto bacino d’ascolto, gestirla significa avere in mano un efficace strumento per far credere agli italiani ciò che fa più comodo.
Anche se gli italiani non ne vano entusiasti, per affermarsi nel mestiere di politico bisogna essere abili con le parole e avere spazi mediatici per poter parlare, pertanto il controllo degli strumenti di comunicazione è fondamentale. Ovviamente per questioni politiche è possibile utilizzare ogni tipo di messaggio.
Immagino che agli italiani piaccia sentire lo spot che invita la popolazione a non acquistare prodotti contraffatti.
Si potrebbe con un analogo messaggio invitare gli ascoltatori a non effettuare acquisti presso quegli esercizi che non rilasciano scontrini o li rilasciano volutamente d’importo notevolmente ridotto (Tipo due Euro anziché venti).
Considerando che la stima dell’evasione fiscale si aggira intorno ai cento miliardi di Euro l’anno se grazie alla propaganda ne recuperassimo soltanto il dieci percento incamerando fra iva e imposte sul reddito quattro miliardi l’anno il beneficio per lo Stato sarebbe mille volte superiore a quello ottenuto ricalcolando i vitalizi.
Ad alcuni politici però potrebbe stare a cuore il bacino d’utenza e pensano se al loro partito convenga o meno accanirsi contro costoro.
I lavoratori e i pensionati che pagano regolarmente le tasse e l’iva quando si recano al supermercato a fare la spesa vedono questi “Galantuomini” come parassiti.
Chi lavora in Rai gode di prestigio e di una certa libertà però, soprattutto per i lavoratori con partita iva, con il cambiare dei palinsesti, cambiano spesso anche i personaggi. L’altro aspetto gradito ai politici è la possibilità di trasformare ogni loro apparizione in uno show, ricordiamo tutti la sedia girata da Berlusconi davanti a Giletti; nel linguaggio non verbale significava: “Se mi neghi la possibilità di trasformare quest’apparizione in uno show pubblicitario me ne vado e poi saranno cavoli tuoi”.
Le vicende che riguardarono il povero Enzo Biagi e Michele Santoro testimoniano che Berlusconi non scherzava.

E’ bene che la Rai sia gestita da professionisti, capaci di gestire le risorse e attirare gli investimenti pubblicitari; evitando se possibile di mandare in onda gli spot che parlano di diarrea flatulenza e meteorismo alle ore dei pasti.

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