lunedì 26 novembre 2018

QUESTIONI ECONOMICHE

In un clima disteso contraddistinto da toni pacati, si è concluso con esito soddisfacente l’incontro fra il Presidente Conte il Ministro Tria e il commissario Juncker.
L’obiettivo del nostro governo di convincere la commissione europea che la nostra manovra sia sostenibile e non rechi danni alla comunità europea sembra raggiunto.
Salvini, che dopo la lettera proveniente dalla commissione europea aspetta quella di Babbo Natale, spera di trovarci una laurea in economia in modo da dare meno preoccupazioni ai commissari che non sanno se diffidare di più del pallottoliere con cui fa i conti Di Maio o delle ruote della ruspa con cui li fa il ministro dell’interno.
I vice premier assicurano che sarà la crescita a consentirci di rispettare i parametri, gli imprenditori non saranno danneggiati dal decreto dignità, la smetteranno di evadere le tasse e pagare le maestranze in nero, nessuna impresa fallirà e le banche non perderanno neanche un Euro sui prestiti a privati e imprese.
In teoria l’Italia diventerà il fiore all’occhiello della comunità europea.
E’ facile immaginare cosa possono essere detti a cena durante l’incontro:
  • ·      questi due non sono dei fulmini di guerra, uno ricorda Alberto da Giussano la cui esistenza non è certa, l’altro assomiglia a Masaniello il rivoltoso che regnò per cinque giorni,
  • ·      grazie alle loro promesse sono riusciti ad accedere al governo del paese, e a noi non resta altro da fare che tenerceli,
  • ·      sarà nostra cura tenere i conti sotto controllo senza farli passare per incompetenti,
  • ·      Salvini avrà ormai capito che uscire dall’Euro non è una bella idea e non indosserà più la maglietta con scritto “NO EURO”.
  • ·      Con un po’ di buona volontà possono imparare e magari in futuro potrebbero  partecipare ad un incontro come quello di questa sera.

Gli oppositori hanno voluto distinguersi presentando oltre quattromila emendamenti, prendiamo atto che pur cambiando i personaggi che stanno al governo e all’opposizione nella lotta agli sprechi non va considerato lo spreco delle ore di lavoro dei parlamentari pagati profumatamente dai contribuenti italiani.
A sinistra si cerca un’utopistica unità che sembra aver avuto una sorte avversa paragonabile a quella dello storico giornale del PCI.
A destra Berlusconi cerca di rimettere il guinzaglio all’ex fido Salvini diventato ormai un cane randagio, ma non si rende conto di non avere più la forza necessaria per reggere il guinzaglio, e che molti aspiranti politici preferiscono rivolgersi all’ufficio di collocamento politico leghista a discapito di quello di Forza Italia.


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