In un clima disteso contraddistinto
da toni pacati, si è concluso con esito soddisfacente l’incontro fra il
Presidente Conte il Ministro Tria e il commissario Juncker.
L’obiettivo del nostro governo di
convincere la commissione europea che la nostra manovra sia sostenibile e non
rechi danni alla comunità europea sembra raggiunto.
Salvini, che dopo la lettera
proveniente dalla commissione europea aspetta quella di Babbo Natale, spera di
trovarci una laurea in economia in modo da dare meno preoccupazioni ai
commissari che non sanno se diffidare di più del pallottoliere con cui fa i
conti Di Maio o delle ruote della ruspa con cui li fa il ministro dell’interno.
I vice premier assicurano che sarà la
crescita a consentirci di rispettare i parametri, gli imprenditori non saranno
danneggiati dal decreto dignità, la smetteranno di evadere le tasse e pagare le
maestranze in nero, nessuna impresa fallirà e le banche non perderanno neanche
un Euro sui prestiti a privati e imprese.
In teoria l’Italia diventerà il fiore
all’occhiello della comunità europea.
E’ facile immaginare cosa possono
essere detti a cena durante l’incontro:
- · questi due non sono dei fulmini di guerra, uno ricorda Alberto da Giussano la cui esistenza non è certa, l’altro assomiglia a Masaniello il rivoltoso che regnò per cinque giorni,
- · grazie alle loro promesse sono riusciti ad accedere al governo del paese, e a noi non resta altro da fare che tenerceli,
- · sarà nostra cura tenere i conti sotto controllo senza farli passare per incompetenti,
- · Salvini avrà ormai capito che uscire dall’Euro non è una bella idea e non indosserà più la maglietta con scritto “NO EURO”.
- · Con un po’ di buona volontà possono imparare e magari in futuro potrebbero partecipare ad un incontro come quello di questa sera.
Gli oppositori hanno voluto
distinguersi presentando oltre quattromila emendamenti, prendiamo atto che pur
cambiando i personaggi che stanno al governo e all’opposizione nella lotta agli
sprechi non va considerato lo spreco delle ore di lavoro dei parlamentari
pagati profumatamente dai contribuenti italiani.
A sinistra si cerca un’utopistica
unità che sembra aver avuto una sorte avversa paragonabile a quella dello
storico giornale del PCI.
A destra Berlusconi cerca di
rimettere il guinzaglio all’ex fido Salvini diventato ormai un cane randagio,
ma non si rende conto di non avere più la forza necessaria per reggere il
guinzaglio, e che molti aspiranti politici preferiscono rivolgersi all’ufficio
di collocamento politico leghista a discapito di quello di Forza Italia.
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