Alitalia
Pochi giorni fa nel programma
televisivo Carta Bianca condotto da Bianca Berlinguer è stata intervistata la
leader della CGIL Susanna Camusso.
E’ andata in onda l’ennesima puntata
del tormentone Alitalia, un problema di difficile soluzione che si trascina da
diversi anni.
L’ipotesi di rilanciare la compagnia
di bandiera togliendo spazio alle compagnie low cost per rilanciare la
compagnia, non sta in piedi oltre a rappresentare una contraddizione enorme.
A che serve avere un garante della concorrenza se è lo Stato per primo ad
impedirla?
Alitalia si trascina il morbo della
cattiva gestione che l’ha contaminata per molti anni, quando i suoi dirigenti (nominati
dalla classe politica) utilizzavano le tasse pagate dai contribuenti per sanare
le perdite di bilancio oltre a facilitare carriera e assunzioni di chi volevano
loro.
Nel frattempo compagnie più virtuose
hanno imparato a fare lo stesso mestiere a costi più bassi e offrendo un
servizio conforme alle aspettative dei clienti nell’assoluto rispetto delle
leggi; non hanno messo dei manovali a pilotare gli aerei o delle racchie
trasandate a fare le hostess.
La cura vera consiste nell’imitare i
modelli di gestione adottati da coloro che fanno questo mestiere senza perdere
denaro in una realtà del tutto diversa da quella esistente quando Alitalia era
in forte espansione.
Le compagnie che sopravvivono hanno
saputo prevedere il cambiamento.
Il viaggio in aereo ha smesso di
essere considerato un lusso.
I viaggi sulle rotte tradizionali
effettuati da quadri e dirigenti d’azienda sono diminuiti, si può ovviare con
una teleconferenza da stati diversi in tutto il mondo evitando trasferte.
Si sono affacciati nuovi clienti come
i Cral aziendali e le associazioni di anziani che organizzano viaggi per i loro
soci. Per questi soggetti l’elemento costo è importante.
https://www.ibs.it/libri/autori/Moreno%20Mancini
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