sabato 11 marzo 2017

Ah l'Italia

Alitalia

Pochi giorni fa nel programma televisivo Carta Bianca condotto da Bianca Berlinguer è stata intervistata la leader della CGIL Susanna Camusso.
E’ andata in onda l’ennesima puntata del tormentone Alitalia, un problema di difficile soluzione che si trascina da diversi anni.
L’ipotesi di rilanciare la compagnia di bandiera togliendo spazio alle compagnie low cost per rilanciare la compagnia, non sta in piedi oltre a rappresentare una contraddizione enorme. 
A che serve avere un garante della concorrenza se è lo Stato per primo ad impedirla?
Alitalia si trascina il morbo della cattiva gestione che l’ha contaminata per molti anni, quando i suoi dirigenti (nominati dalla classe politica) utilizzavano le tasse pagate dai contribuenti per sanare le perdite di bilancio oltre a facilitare carriera e assunzioni di chi volevano loro.
Nel frattempo compagnie più virtuose hanno imparato a fare lo stesso mestiere a costi più bassi e offrendo un servizio conforme alle aspettative dei clienti nell’assoluto rispetto delle leggi; non hanno messo dei manovali a pilotare gli aerei o delle racchie trasandate a fare le hostess.
La cura vera consiste nell’imitare i modelli di gestione adottati da coloro che fanno questo mestiere senza perdere denaro in una realtà del tutto diversa da quella esistente quando Alitalia era in forte espansione.
Le compagnie che sopravvivono hanno saputo prevedere il cambiamento.
Il viaggio in aereo ha smesso di essere considerato un lusso.
I viaggi sulle rotte tradizionali effettuati da quadri e dirigenti d’azienda sono diminuiti, si può ovviare con una teleconferenza da stati diversi in tutto il mondo evitando trasferte.

Si sono affacciati nuovi clienti come i Cral aziendali e le associazioni di anziani che organizzano viaggi per i loro soci. Per questi soggetti l’elemento costo è importante.

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