lunedì 13 marzo 2017

Sceneggiata napoletana

Purtroppo non sono stati Totò o Peppino De Filippo ad intrattenerci, il protagonista della sceneggiata è stato Matteo Salvini. 
Ogni volta che Salvini scende al sud molti italiani scuotono la testa, ma il segretario della lega deve fare di necessità virtù. 
La Lega nel suo nord non va oltre il venti percento, se vuole aspirare alla leadership della destra, approfittando dell’età di Berlusconi deve inseguire il consenso anche al sud. 
I leghisti sanno di non godere di una grande popolarità al sud, specialmente a Napoli. 
Nel meridione la Lega rappresenta quelli che chiamavano terroni i meridionali che si spostarono al nord, per trovare lavoro. 
Non è sufficiente sostituire la parola terrone con extracomunitario per meritarsi il rispetto, il dna non è cambiato.

L’esistenza di certe leggi per effetto delle quali persone poco più che trentenni sono andate in pensione e un numero importante di politici beneficia di rendite vitalizie a carico della collettività ci rivela che nei partiti esiste fisiologicamente un certo tasso di stupidità. Le leggi intelligenti cercano di favorire tutta la popolazione, quelle che ne favoriscono soltanto una parte non lo sono. 
Il modo di proporsi delle forze politiche di stampo populista fra le quali figura anche la Lega fa ritenere che quel tasso sia superiore alla media. 
Alla notizia della trasferta partenopea i moderati avranno storto il naso dicendo pazienza, i militanti dei partiti alleati magari sono andati anche al comizio, recitando la parte degli spettatori attenti, i più disadattati invece si sono arrabbiati. 
Non riconoscono alla Lega l’autorità di chi intende dare lezioni da un pulpito. Non si può escludere che Salvini abbia messo in conto tutto e che stia già studiando dove e come tenere la prossima sceneggiata. 
I disordini gli hanno offerto l’opportunità di attaccare De Magistris, colpevole di non aver garantito a sufficienza l’ordine pubblico che, in casi come questo forse è il caso di definire ordine privato. 
La difesa dell’ordine è notoriamente uno dei cavalli di battaglia dei leghisti, ultimamente hanno auspicato anche la castrazione chimica per chi si rende colpevole di reati sessuali. 
Non hanno mai proposto invece la castrazione cerebrale per politici inutili o dannosi.
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