La scelta europeista dei francesi ha
premiato la formazione politica En Marche un partito nuovo, fondato da Macron nel
2016.
Macron si è presentato alle
presidenziali con un curriculum di tutto rispetto.
A scuola ha acquisito competenze sia in campo umanistico sia in campo economico.
Ha lavorato in un’azienda pubblica e
poi in una banca diventandone dirigente;
infine è stato ministro dell’economia, dell’industria e del digitale nel
governo presieduto da Valls.
L’assenza di populismo è stata la
ciliegina sulla torta.
I media hanno enfatizzato la
relazione con la moglie più vecchia di lui di ventiquattro anni, iniziata
quando Macron aveva sedici anni, avversata dai suoi genitori, proseguita clandestinamente
culminata nel 2007 con il matrimonio.
Marine Le Pen, leader indiscussa del Fronte Nazionale, partito fondato da suo padre, ha improntato la sua campagna
elettorale sfoggiando i consueti temi dell’immigrazione e della pena di morte,
utilissimi per fidelizzare il rapporto con i propri elettori.
Il punto di forza avrebbe dovuto
essere l’antieuropeismo e l’uscita dall’Euro che invece è diventato un
boomerang.
Negli ultimi giorni prima del voto,
consapevole che i sondaggi erano a favore di Macron, ha ridimensionato
l’anti-europeismo lasciando intendere timide aperture ma non è servito.
Anche Marine Le Pen ha i suoi
detrattori che la dipingono come la figlia di papà che studia giurisprudenza
diventa avvocato ma, anziché frequentare i tribunali, preferisce difendere a spada
tratta la politica del Fronte Nazionale.
Il nazionalismo è un cavallo zoppo, e anacronistico.
Lo sviluppo economico di paesi con
oltre un miliardo di abitanti ha cambiato profondamente lo scenario
internazionale.
La massa critica è un elemento dal
quale è difficile prescindere.
L’esempio più efficace è quello americano:
i singoli stati sono molto differenti fra loro, alcuni adottano la pena di
morte e altri no ad esempio, però sono Stati Uniti e dalla loro unione traggono
la loro forza.
Non passano inosservate la fuga
dall’ideologia e la difficoltà dei partiti storici dal difendersi da
personalismi e fenomeni di corruzione.
I francesi si sono trovati di fronte
a due alternative: seguire l’ondata populista lepeniana, fidarsi di un
personaggio nuovo con un’impronta democratico-liberale.
https://www.ibs.it/libri/autori/Moreno%20Mancini
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