Anche se dopo ogni elezione
non ci sono mai perdenti ma soltanto vincitori (c’è chi considera una vittoria
aver perso meno di quanto previsto), il centrodestra è il vincitore indiscusso
di questa sessione di ballottaggio.
Non essendoci questioni
europee Forza Italia è in perfetta sintesi con Lega Nord e Fratelli d’Italia.
Salvini reclama la leadership
ma la Lega Nord insieme a Fratelli d’Italia appaiono come due S.r.l. consociate
di Forza Italia S.p.A.
Dietro a FI c’è il gruppo Mediaset
che assicura risorse finanziarie e visibilità; conviene alzare un po’ la voce
per ostentare personalità, ma non troppo forte da far arrabbiare il capo; se
proprio vuole sfogare la propria rabbia, è sempre possibile attaccare Alternativa
popolare, l’alleato a mezzo servizio perché, per consentire la governabilità dell’Italia,
incurante della rabbia che procura a qualche semi-alleato, sostiene il governo
Gentiloni.
Il grande sconfitto è il PD,
lacerato dalle divisioni interne, privo del sostegno degli alleati di
centrodestra e attaccato dagli avversari che vorrebbe scalzarlo e prendere il
suo posto al governo.
Anche M5S ha subito un colpo
basso, il risultato di Parma sembra svelare che il problema non è di persone ma
di alleanze e strategia.
A differenza di Salvini che è
riuscito a domare il ribelle Tosi; Grillo, che non ha alle spalle il quartier
generale FI e la cavalleria di FDI schierata al proprio fianco, ha dovuto
subire l’affermazione del ribelle Pizzarotti.
Per battere il PD hanno
rullato forte i tamburi che parlavano della crisi delle banche venete. Gli
slogan proposti miravano a far apparire che gli insoluti siano furti con la
complicità del governo.
Grillo, che è paratico di
finanza quanto di vaccini, ha chiesto che fosse pubblicato l’elenco dei debitori
insolventi; i suoi più diretti collaboratori, per dargli corda, hanno prodotto e
diffuso rumore sui social network.
Chi capisce di finanza sa
quanto sarebbe dannoso pubblicare quell’elenco. Fra gli insolventi ci sono
piccole aziende, ristoratori, attività che potrebbero entrare nelle mire della
delinquenza organizzata per investire i proventi ricavati da attività illecite.
Magari ci farebbero lavorare in
nero i vecchi proprietari decurtandogli dal salario, l’eventuale reddito di
cittadinanza qualora fosse loro riconosciuto.
Il buon Pirandello raccontava
i travagli del giudice D’Andrea alle prese con il povero Chiarchiaro, che per
sbarcare il lunario sperava di avere la patente di iettatore ed essere pagato
per non far niente.
Peter Bogdanovich, regista del
film “Ma papà ti manda sola” descrive un giudice logorato dalla sua
professione. Il giorno in cui, alle prese con un caso complesso, scoprì che sua
figlia era stata la fonte di tanti guai, la cattedra del suo tribunale gli
crollò addosso.
Secondo quegli artisti
giudicare con responsabilità, è un lavoro difficile; ciononostante alcuni
personaggi utilizzano la loro improvvisata capacità di giudizio per appropriarsi
del potere legislativo ed esecutivo.
La storia e ricca di
personaggi che utilizzarono questo espediente per appropriarsi dell’autorità così
come e ricca di esempi in cui personaggi senza le qualità necessarie gestirono
il potere.
La nostra costituzione
prevede che i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario siano nettamente
divisi; sicuramente non è un caso.