venerdì 9 giugno 2017

Conviene accordarsi?

Tanto per non smentirsi, i nostri amici parlamentari sono riusciti a non approvare la nuova legge elettorale.
I franchi tiratori, fenomeno ricorrente fra i parlamentari della prima repubblica, hanno fatto saltare l’accordo.
Era scontato che PD e M5S si attaccassero vicendevolmente.
Ci aveva provato anche Bersani a patteggiare con Grillo ma poi decise che non era il caso.
Renzi si era illuso di riuscirci ma gli accordi presi a tavolino sono stati smentiti dal voto e l’ex presidente del consiglio non ha esitato ad attaccare Beppe Grillo.
L’ex comico non è sceso nei dettagli del mancato accordo, tanto per cambiare ha tirato fuori dal cilindro lo slogan di andare subito al voto.
Un eventuale accordo sarebbe stato controproducente per la politica M5S, è più proficuo rimanere con le mani in tasca e continuare a dire che tutti gli appartenenti agli altri partiti devono andare a casa.
Considerando che l’unica capacità riconosciuta a Grillo è di saper parlare, le elezioni sono lo scenario più favorevole, speriamo che non si approvi una legge per effetto della quale si vada al voto ogni sei mesi.
Non è dato sapere se il buon Grillo si rende conto di non avere sufficienti capacità di governo, sono in tanti a dirlo ma lui non li crede.
Nel caso in cui non se ne renda conto, non si può accusarlo di non aver ritegno a caricare sulle spalle degli italiani il peso della propria incapacità.
Anche se non strappa l’applauso, il Pd di fatto governa.
Le lotte intestine l’hanno lacerato, sono nati nuovi partiti, non è un bene per gli italiani.
Applicare la democrazia all’interno del partito significa combattere anche aspramente per affermare le proprie idee ma accettare le leadership che si affermano con sistema democratico anche se sgradite.
Se nel partito non regna la democrazia è meglio che si sciolga.
La destra invece è da ripensare. Anziché scorporare Fratelli d’Italia FI avrebbe dovuto incorporare la Lega.  C’è però il pericolo dell’Opa di Vivendi su Mediaset, se i transalpini dovessero acquisire l’azienda, il partito potrebbe cambiare il nome in Forza Francia e i leghisti si troverebbero spiazzati.
Forza Italia senza la Lega Nord e Fratelli d’Italia non è in grado di andare da nessuna parte. La strategia di utilizzare voti di protesta attratti da alleati oltranzisti per conservare una parvenza di moderatezza, può sembrare utile ma è una presa in giro per gli italiani.

L’evoluzione in senso civico delle società si basa su due caratteristiche fondamentali: conoscenza e amore per il prossimo.


Speriamo che i nostri timonieri individuino i punti cardinali, consentendo alle loro bussole di funzionare.


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