lunedì 26 giugno 2017

Ballottaggio

Anche se dopo ogni elezione non ci sono mai perdenti ma soltanto vincitori (c’è chi considera una vittoria aver perso meno di quanto previsto), il centrodestra è il vincitore indiscusso di questa sessione di ballottaggio.

Non essendoci questioni europee Forza Italia è in perfetta sintesi con Lega Nord e Fratelli d’Italia.
Salvini reclama la leadership ma la Lega Nord insieme a Fratelli d’Italia appaiono come due S.r.l. consociate di Forza Italia S.p.A.

Dietro a FI c’è il gruppo Mediaset che assicura risorse finanziarie e visibilità; conviene alzare un po’ la voce per ostentare personalità, ma non troppo forte da far arrabbiare il capo; se proprio vuole sfogare la propria rabbia, è sempre possibile attaccare Alternativa popolare, l’alleato a mezzo servizio perché, per consentire la governabilità dell’Italia, incurante della rabbia che procura a qualche semi-alleato, sostiene il governo Gentiloni.

Il grande sconfitto è il PD, lacerato dalle divisioni interne, privo del sostegno degli alleati di centrodestra e attaccato dagli avversari che vorrebbe scalzarlo e prendere il suo posto al governo.

Anche M5S ha subito un colpo basso, il risultato di Parma sembra svelare che il problema non è di persone ma di alleanze e strategia.
A differenza di Salvini che è riuscito a domare il ribelle Tosi; Grillo, che non ha alle spalle il quartier generale FI e la cavalleria di FDI schierata al proprio fianco, ha dovuto subire l’affermazione del ribelle Pizzarotti.

Per battere il PD hanno rullato forte i tamburi che parlavano della crisi delle banche venete. Gli slogan proposti miravano a far apparire che gli insoluti siano furti con la complicità del governo.

Grillo, che è paratico di finanza quanto di vaccini, ha chiesto che fosse pubblicato l’elenco dei debitori insolventi; i suoi più diretti collaboratori, per dargli corda, hanno prodotto e diffuso rumore sui social network.  

Chi capisce di finanza sa quanto sarebbe dannoso pubblicare quell’elenco. Fra gli insolventi ci sono piccole aziende, ristoratori, attività che potrebbero entrare nelle mire della delinquenza organizzata per investire i proventi ricavati da attività illecite.

Magari ci farebbero lavorare in nero i vecchi proprietari decurtandogli dal salario, l’eventuale reddito di cittadinanza qualora fosse loro riconosciuto.

Il buon Pirandello raccontava i travagli del giudice D’Andrea alle prese con il povero Chiarchiaro, che per sbarcare il lunario sperava di avere la patente di iettatore ed essere pagato per non far niente.
Peter Bogdanovich, regista del film “Ma papà ti manda sola” descrive un giudice logorato dalla sua professione. Il giorno in cui, alle prese con un caso complesso, scoprì che sua figlia era stata la fonte di tanti guai, la cattedra del suo tribunale gli crollò addosso.

Secondo quegli artisti giudicare con responsabilità, è un lavoro difficile; ciononostante alcuni personaggi utilizzano la loro improvvisata capacità di giudizio per appropriarsi del potere legislativo ed esecutivo.

La storia e ricca di personaggi che utilizzarono questo espediente per appropriarsi dell’autorità così come e ricca di esempi in cui personaggi senza le qualità necessarie gestirono il potere.


La nostra costituzione prevede che i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario siano nettamente divisi; sicuramente non è un caso.




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