A prescindere da tutto quello
che sentiamo dire, coloro che a vario titolo sono stati chiamati a esercitare
il potere bene o male si dedicano a questo delicato esercizio.
L’abitudine di premiare gli
appartenenti alla propria coalizione è consolidata in tutto il mondo.
E’ compito
dei governanti utilizzare discrezionalità per assecondare i desideri dei i
compagni di cordata senza perdere di vista quali sono le esigenze del paese e danneggiare
l’itera comunità.
Un aforisma molto in voga
durante la prima repubblica diceva che il potere logora chi non ce l’ha.
Chi è al potere però è
tutt’altro che tranquillo; deve preoccuparsi delle iniziative che gli avversari
metteranno in atto per screditarlo e sostituirlo.
In questo scenario complesso
tutti i leader hanno l’arduo compito di scegliere.
Quando parlano della legge
elettorale, è come se dicessero che le scelte più importanti riguardino quel
migliaio di persone che mirano ad un seggio alla camera o al senato.
L’esercizio del potere però
riguarda un’attività molto più importante.
Chi governa sceglie chi assumere e
collocare in molti posti di lavoro pagati direttamente o indirettamente dallo
Stato.
Paragonare i costi di camera e senato a quelli che si decide di spendere
esercitando il potere, è come paragonare il prezzo da pagare per un aperitivo
con gli amici a quello sostenuto per un pranzo nunziale.
L’azione di governo consiste
essenzialmente nell’affrontare in modo professionale queste incombenze, assicurando
servizi di qualità a costi equi.
Molti politici non amano
parlare di questo, alcuni per carenze manageriali altri perché preferiscono
dare dimostrazione dello loro doti di eloquenza.
Più in basso ci sono le
truppe cammellate, un esercito di yes man che non esitano a difendere a spada
tratta chi è in condizione di favorirlo.
I cosiddetti inciuci nascono
da queste dinamiche che si sviluppano sia all’interno dei partiti sia
trasversalmente agli stessi.
Un elemento essenziale è lo
stile di comando; la collegialità è dimostrazione di capacità e valorizzazione
delle risorse.
I leader intenzionati a
concentrare tutto il potere nelle proprie mani, non amano la collegialità e
avranno tanto maggiore libertà di sfruttarlo ai propri scopi, quanto più i suoi
ministri saranno semplici comparse.
Nel frattempo molto giovani affrontano
la vita con coraggio e determinazione, puntando soltanto sulle proprie qualità.
Alcuni utilizzano le loro
capacità per accedere ai posti lasciati liberi da compagni di cordata e truppe cammellate, altri
invece scelgono di lasciare l’Italia.
Fa riflettere una frase
riportata dal Televideo RAI attribuita a Gloria Trevisan e Marco Gottardi, i
due giovani architetti morti nel rogo di Londra:
“Anche per i laureati con
centodieci e lode le opportunità scarseggiano”.
Per i professionisti dell’eloquenza
invece le opportunità si moltiplicano, in questo momento sono in atto le
competizioni sul tema dello Ius soli.
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