Questa volta la lega ha fatto il
botto; la percentuale dei consensi è schiacciante. In Veneto l’affluenza è
stata del sessanta percento, in Lombardia invece si è attestata intorno al quaranta
percento.
Maroni però è euforico, potrà
chiedere più denaro per la sua regione.
I malavitosi del sud invece hanno
incassato un colpo duro se vogliono mettere le mani sul denaro pubblico, devono
imitare i loro colleghi che si sono specializzati nel corrompere i politici del
nord.
Non è chiaro invece cosa accadrà a
quelli che occupano posti di lavoro inutili, creati per ottenere consenso
elettorale. Saranno licenziati? Riqualificati? Sarebbe una buona idea
destinarli a quei lavori utili per i quali alcuni imprenditori disonesti si
servono di extracomunitari irregolari.
Per completare l’opera però i
politici che hanno procurato loro quei posti di lavoro, dovrebbero sostituire i
caporali.
Ovviamente il tutto deve avvenire con
la consueta onestà che contraddistingue quella parte della nostra classe
politica.
All’euforia referendaria non poteva
mancare il contributo del Movimento a Cinque Stelle, che ha esaltato questo esempio di democrazia diretta.
Loro hanno bisogno che si voti spesso,
è una buona occasione per parlare.
E’ risaputo che parlare è più facile
che governare, non s’incorre nel rischio di essere giudicati incapaci e, se non
si esagera, non si rischia nemmeno di essere indagati.
L’euforia leghista è in contrasto con
un’affermazione di Salvini fatta propria anche da Renzi: “Aiutiamo gli
extracomunitari a casa loro”.
Sapendo che in certi paesi
dell’Africa il reddito medio della popolazione non supera i mille dollari annui,
un simile slogan fa onore a chi lo proclama.
Realisticamente anche uno stupido
capisce che non è possibile cambiare questa triste realtà dall’oggi al domani.
Allo stesso modo non si può
pretendere che dall’oggi al domani il meridione d’Italia abbia lo stesso tasso d’industrializzazione
del nord.
Raggiungere tali obiettivi richiede tempo
e serve avere una lungimiranza e un’intelligenza non comuni.
Molti politici, sapendo di non avere
le capacità necessarie, anche se non lo dicono apertamente fanno intendere di
non capirci niente.
Il loro obiettivo è di entrare nella
casta e devono convincere gli elettori di essere le persone giuste.
Tanti bravi giovani laureati con
buona disposizione d’animo, lontani dalla politica che faticano a trovare un
posto di lavoro, cosa possono dire?
“Beato chi non ci capisce niente”.
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