lunedì 23 ottobre 2017

Euforia referendaria

Questa volta la lega ha fatto il botto; la percentuale dei consensi è schiacciante. In Veneto l’affluenza è stata del sessanta percento, in Lombardia invece si è attestata intorno al quaranta percento.
Maroni però è euforico, potrà chiedere più denaro per la sua regione.  
I malavitosi del sud invece hanno incassato un colpo duro se vogliono mettere le mani sul denaro pubblico, devono imitare i loro colleghi che si sono specializzati nel corrompere i politici del nord.  
Non è chiaro invece cosa accadrà a quelli che occupano posti di lavoro inutili, creati per ottenere consenso elettorale. Saranno licenziati? Riqualificati? Sarebbe una buona idea destinarli a quei lavori utili per i quali alcuni imprenditori disonesti si servono di extracomunitari irregolari.
Per completare l’opera però i politici che hanno procurato loro quei posti di lavoro, dovrebbero sostituire i caporali.
Ovviamente il tutto deve avvenire con la consueta onestà che contraddistingue quella parte della nostra classe politica.
All’euforia referendaria non poteva mancare il contributo del Movimento a Cinque Stelle, che ha esaltato questo esempio di democrazia diretta.
Loro hanno bisogno che si voti spesso, è una buona occasione per parlare.
E’ risaputo che parlare è più facile che governare, non s’incorre nel rischio di essere giudicati incapaci e, se non si esagera, non si rischia nemmeno di essere indagati.
L’euforia leghista è in contrasto con un’affermazione di Salvini fatta propria anche da Renzi: “Aiutiamo gli extracomunitari a casa loro”.
Sapendo che in certi paesi dell’Africa il reddito medio della popolazione non supera i mille dollari annui, un simile slogan fa onore a chi lo proclama.
Realisticamente anche uno stupido capisce che non è possibile cambiare questa triste realtà dall’oggi al domani.
Allo stesso modo non si può pretendere che dall’oggi al domani il meridione d’Italia abbia lo stesso tasso d’industrializzazione del nord.
Raggiungere tali obiettivi richiede tempo e serve avere una lungimiranza e un’intelligenza non comuni.
Molti politici, sapendo di non avere le capacità necessarie, anche se non lo dicono apertamente fanno intendere di non capirci niente.
Il loro obiettivo è di entrare nella casta e devono convincere gli elettori di essere le persone giuste.
Tanti bravi giovani laureati con buona disposizione d’animo, lontani dalla politica che faticano a trovare un posto di lavoro, cosa possono dire?
“Beato chi non ci capisce niente”.


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