La strategia di governo continua
dando seguito allo scontato copione di stampo populista.
Siamo ormai abituati ad
ascoltare diversi messaggi pervasivi che per qualcuno sono attrattivi per altri
sono inutili sceneggiate dietro alle quali improvvisati protagonisti nascondono
la propria inadeguatezza.
Matteo Salvini dopo la Spagna ha
coinvolto anche l’isola di Malta, se fosse grande come l’Australia potrebbe
darci un aiuto efficace ma purtroppo non ci si può contare più di tanto,
pertanto il problema dell’immigrazione, come già avvenuto nei governi
precedenti compresi quelli di destra, va giocata al tavolo europeo nel quale Conte
ha più credito di Salvini.
M5S invece, dopo aver sbandierato che
i soldi per il reddito di cittadinanza ci sono, nello stesso giorno in cui la
corte dei conti raccomandava la prudenza per garantire la sostenibilità del
debito pubblico, è tornato sui vitalizi glissando sul tema dei diritti
acquisiti e dell’eventuale boomerang che potrebbe tornare contro la pubblica
amministrazione sotto forma di azioni legali che lo Stato potrebbe anche
perdere, come accade regolarmente per le cause intentate dai fornitori per il ritardato
pagamento delle fatture.
L’importo dei debiti pagati dopo i
termini non è tale da compromettere la sostenibilità del debito pubblico;
l’iter è appesantito per contrastare l’azione dannosa di incapaci e disonesti.
Non ci sarebbe da stupirsi nello
scoprire che qualche parlamentare vuoi perché era più famoso che utile, vuoi
perché il leader del partito doveva inserire un altro al suo posto sia stato
invitato a non presentarsi più addolcendogli la pillola con la possibilità di
beneficiare del vitalizio.
Se proprio i nostri amici M5S ci
tengono a diventare politicamente adulti, inizino ad aggredire i problemi veri come
il trasformare in valore il denaro speso ogni anno (cento e centoventi miliardi
di Euro) per pagare i propri dipendenti.
Non si tratta di ridurre lo stipendio
o licenziare i dipendenti, quanto di assicurarsi che i servizi forniti dal
personale valgano il denaro che i contribuenti spendono.
In teoria lo stesso discorso dovrebbe
valere anche per i parlamentari che possono essere scenografici quanto vogliono
purché siano anche utili.
L’exploit di Grillo che ha proposto
di nominare i senatori per sorteggio non sembra andare nella direzione giusta.
Almeno che non si sostenga che un
supermercato è più importante del nostro parlamento è bene ricordare che il supermercato
per assumere una cassiera non compie un sorteggio.
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