giovedì 28 giugno 2018

DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

La strategia di governo continua dando seguito allo scontato copione di stampo populista.
Siamo ormai abituati ad ascoltare diversi messaggi pervasivi che per qualcuno sono attrattivi per altri sono inutili sceneggiate dietro alle quali improvvisati protagonisti nascondono la propria inadeguatezza.
Matteo Salvini dopo la Spagna ha coinvolto anche l’isola di Malta, se fosse grande come l’Australia potrebbe darci un aiuto efficace ma purtroppo non ci si può contare più di tanto, pertanto il problema dell’immigrazione, come già avvenuto nei governi precedenti compresi quelli di destra, va giocata al tavolo europeo nel quale Conte ha più credito di Salvini.
M5S invece, dopo aver sbandierato che i soldi per il reddito di cittadinanza ci sono, nello stesso giorno in cui la corte dei conti raccomandava la prudenza per garantire la sostenibilità del debito pubblico, è tornato sui vitalizi glissando sul tema dei diritti acquisiti e dell’eventuale boomerang che potrebbe tornare contro la pubblica amministrazione sotto forma di azioni legali che lo Stato potrebbe anche perdere, come accade regolarmente per le cause intentate dai fornitori per il ritardato pagamento delle fatture.
L’importo dei debiti pagati dopo i termini non è tale da compromettere la sostenibilità del debito pubblico; l’iter è appesantito per contrastare l’azione dannosa di incapaci e disonesti.
Non ci sarebbe da stupirsi nello scoprire che qualche parlamentare vuoi perché era più famoso che utile, vuoi perché il leader del partito doveva inserire un altro al suo posto sia stato invitato a non presentarsi più addolcendogli la pillola con la possibilità di beneficiare del vitalizio.
Se proprio i nostri amici M5S ci tengono a diventare politicamente adulti, inizino ad aggredire i problemi veri come il trasformare in valore il denaro speso ogni anno (cento e centoventi miliardi di Euro) per pagare i propri dipendenti.
Non si tratta di ridurre lo stipendio o licenziare i dipendenti, quanto di assicurarsi che i servizi forniti dal personale valgano il denaro che i contribuenti spendono.  
In teoria lo stesso discorso dovrebbe valere anche per i parlamentari che possono essere scenografici quanto vogliono purché siano anche utili.
L’exploit di Grillo che ha proposto di nominare i senatori per sorteggio non sembra andare nella direzione giusta.

Almeno che non si sostenga che un supermercato è più importante del nostro parlamento è bene ricordare che il supermercato per assumere una cassiera non compie un sorteggio.        

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